Santa Allegrezza è il quarto libro dei Canti emiliani e comprende i canti XIII, XIV, XV, XVI.
Vi sono narrati per lo più elementi bibliografici e autobiografici, in ordine non cronologico, che si riferiscono a un periodo che va all’incirca dall’anno 2010 al 2015, ma a volte anche successivi al 2015.
Il Canto XIII è intitolato Santa Allegrezza, e si rifa a una tradizione natalizia pugliese; Santa Allegrezza è il titolo anche dell’intero quarto libro. All’interno di questo Canto viene “cannibalizzato” “Eccomi! Il libro della nascita”.
Si legge sul sito dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia: “Nascere nel 2015 al Santa Maria Nuova significherà ricevere un omaggio speciale: un passaporto che invita ad amare la cultura in tutte le sue forme. Agli oltre 2.000 bambini e bambine che vedranno la luce nelle sale parto dell’Ospedale di Reggio Emilia nei prossimi dodici mesi è dedicata l’iniziativa nati con la cultura la prima tra quelle che celebreranno, per tutto il 2015, il 50° anniversario della inaugurazione della sede attuale del Santa Maria Nuova in Viale Risorgimento. Il racconto di una storia d’amore tra vocali illustrato da poesie visive è al centro di una favola inedita che completerà l’invito ai genitori a favorire nel nuovo nato un approccio di curiosità e scoperta. L’opera dal titolo “Eccomi! Il libro della nascita” è il regalo che lo scrittore ed insegnante reggiano Giuseppe Caliceti ha voluto dedicare a tutte le bambine e i bambini”.
Nel testo, che di fatto è un racconto di narrativa/poesia visiva per bambini e adulti, si fa largo uso di poesia visiva; è da questo momento che nei Canti, tutti i Canti, le poesie visive sono diventate per me uno dei più personali tratti distintivi. Un mio desiderio da tempo, in fondo. Perché in qualche modo si riprendevano e riattualizzavano le Avanguardie e le Neoavanguardie – in particolare quel Futurismo che, ricordiamocelo sempre, è stata la prima avanguardia di sempre.
Il Canto VIV è intitolato ai tre ponti realizzati a Reggio Emilia dell’architetto spagnolo Calatrava.
Il Canto XV è intitolato La famiglia. Si tratta del titolo di una filastrocca orale e gestuale per insegnare ai bambini il nome delle dita di una mano – la famiglia, di fatto, è la mano con tutte le cinque dita. L’andamento della filastrocca e il canto che l’accompagna assomiglia a un valzer; la filastrocca è la struttura dello stesso Canto. Ho già parlato di come abbia la tendenza a considerare ogni Libro una sinfonia in quattro tempi o Canti; questo terzo tempo assomiglia a quello che per me sono i terzi tempi di una sinfonia: dopo il secondo tempo e prima del quarto e ultimo tempo.
Il Canto XVI è intitolato al grande processo legato alle infiltrazioni della ‘Ndrangheta in Emilia. All’interno è “cannibalizzata” una poesia di occasione scritta per la morte dell’amico e maestro Nanni Balestrini, a 83 anni, nel maggio 2019.
Un’ultima annotazione. All’intrepido e coraggioso Lettore Integrale dei testi potrà capitare di imbattersi in ripetizioni e variazioni di uno o più versi: non si tratta di errori. Componendo questi testi utilizzando il materiale verbale anche come materiale sonoro/musicale, cioè denso di senso ma anche svincolato al suo organizzarsi solo attraverso una grammatica e un senso razionale compiuto, – quelle che nel testo scritto possono essere viste, giustamente, come ripetizioni, sono nello svolgersi temporale di un Canto, inteso, anche, proprio come Canto orale, modalità compositiva privilegiata come il ritornello (la ripetizione: nota anche nella Ballata e nella Canzone poetica) e la variazione (la ripetizione variata rispetto all’originale). Uno stesso “lemma” o “melodia orale” all’interno di un contesto diverso, acquista infatti una luce diversa e assume significati diversi.
Ancora: il Quarto Canto di ogni libro finisce sempre con la parola CONTINUA tra parentesi scritta in maiuscolo e rimanda al prossimo Libro.
(Reggio Emilia, 22 Novembre 2019)