Dopo le vacanze natalizie, la scuola riapre. Oggi il Governo spinge alla scuola in presenza, lo scorso anno chiedeva la DaD. Oggi i presidi chiedono la DaD lo scorso anno, in maggioranza, erano contro. Insomma, i ruoli si invertano; il risultato no: la confusione. Con tensioni tra Governo ( che insiste sulla scuola in presenza) e le Regioni (che sono per la DaD). Anche nella nostra provincia si attendono le disposizioni necessarie per attuare il tracciamento della pandemia che deve fornire l’azienda sanitaria; dalla Regione non arrivano ancora protocolli. Poi ci sono i presidi: in nome dell’autonomia scolastica, pare possano aumentare di qualche giorno le vacanze o avere parola anche loro nella scelta tra scuola senza andare a scuola o in presenza. O metà e metà.
Come andrà a finire? Ognuno in ordine sparso? Regione per Regione? Provincia per provincia? Scuola per scuola? Classe per classe? Impossibile saperlo anche per i sindacati, che al momento non sanno bene che dire né che fare. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Certo Regioni, Governo, Presidi, Sindacati hanno difficoltà dal punto di vista comunicativo. Tutto dipenderà dall’andamento dei positivi, dei vaccini, dai tamponi, ma anche dalle loro interpretazioni. Ciò che è certo è che il Governo, dopo due anni di pandemia, nell’ultima manovra economica ha pensato bene di non aumentare i fondi per la scuola dedicati alla prevenzione alla pandemia e pare abbia soppresso i cosiddetti docenti – antiCovid in aiuto all’organico normale, dove oggi, nella nostra provincia, aumentano del 13% le assenze causate dalla pandemia. La sensazione? La solita: nonostante a parole in tanti ripetano il contrario, la scuola pubblica non sia presa come una cosa seria e importante.
Articolo pubblicato sulla di Martedì, 11 Gennaio 2022