Cara Beatrice, grazie e complimenti per la lettera che hai scritto e voluto condividere con coetanei e adulti: mi ha commosso. Non solo perché ho una figlia della tua stessa età che frequenta la tua stessa scuola, ma perché è scritta benissimo e sei riuscita a trasmettere con semplicità, ma in modo profondo, la situazione che tu e tanti altri studenti italiani state vivendo da quasi due anni. È una lettera triste, è vero, ma bella e sincera: perché è scritta benissimo e ha saputo trasmettere a me – e spero anche a tanti altri ragazzi e adulti – fiducia e ottimismo nel futuro. Mi è piaciuto quando parli di teatro. Mi ha fatto venire in mente che se un ragazzo guarda la registrazione alla TV o sul computer uno spettacolo di teatro, a nessuno salterebbe in mente di dire che è andato a teatro, ha fatto l’esperienza di andare a teatro. Invece a voi, per quanto riguarda la scuola, tanti adulti vi dicono che state andando a scuola anche se non ci andate. Anzi, che grazie alla DaD avete avuto la fortuna di precipitare da un giorno all’altro in uno splendido futuro tecnologico.Non è vero, come tu hai spiegato.Un’altra considerazione: io insegno in una scuola primaria che quest’anno non ha mai utilizzato la DaD, voi la utilizzate e non andate a scuola. Forse perché gli adulti hanno più fiducia in un bambino che in un adolescente? O perché mancano i trasporti adatti? Io credo sia una ragione economica: voi adolescenti potete stare a casa da soli, i bambini no, e questo vorrebbe dire che i loro genitori non potrebbero andare a lavorare. D’altra parte, ricordiamoci sempre che oggi le prove per misurare le vostre competenze rispetto ai vostri coetanei europei, in cui si dice quasi sempre che siete i più asini, sono tenute dall’OCSE che non è un ente pedagogico, ma economico, che più volte si è dichiarato contro la scuola pubblica e a favore delle scuole private a pagamento: in Inghilterra e negli Stati Uniti, circa 30mila euro a studente all’anno.
Ma il tema a te più caro, giustamente, è la mancanza di socialità, di emozioni. Hai ragione. Perché la materia numero 1 di ogni tipo di scuola è imparare a stare bene e a lavorare in gruppo. Anche perché da grandi, qualsiasi lavoro riuscirete a trovare, lavorerete in gruppo. E le stesse creatività, logica e intelligenza, come diceva Gianni Rodari, si sviluppano meglio e di più in gruppo.Inoltre tanti studi di psicologi e pedagogisti dicono che le conoscenze e le nozioni, tra i bambini ma anche tra gli adolescenti, si trasmettono, rafforzano e sedimentano solo attraverso emozioni, quelle che riesce a trasmettere un buon docente, altrimenti si sciolgono come neve al sole; e la DaD, nello sviluppare emozioni, ha grandi limiti.Un’altra piccola considerazione: fino a due anni fa noi adulti vi dicevamo di non stare troppo tempo davanti a uno schermo, ora molti di noi non vi dicono niente. Quale è la verità? Ci sono studi che spiegano come una permanenza di troppe ore davanti a uno schermo – perché dopo la scuola è giusto che incontriate anche i vostri amici, spesso sempre attraverso la rete – provoca danni nella crescita, ansia, depressione, occhi rossi, paura nel rivedere gente dal vivo e del contatto fisico, mal di schiena, frustrazione e, soprattutto, difficoltà nel distinguere con chiarezza le differenze tra realtà e finzione, che può provocare i disturbi più gravi e prolungati nel tempo.Noi adulti vi stiamo togliendo la voglia di sognare, hai ragione. In questa pandemia siete trattati come burattini, la penso di nuovo come te. Nella tua lettera dici: “Ora tocca a noi riprendere in mano i fili delle nostre vite, delle nostre speranze. Chi altri se non noi stessi?” Mi addolora ammetterlo, ma credo tu abbia di nuovo ragione. Perché troppi adulti oggi vi trattano solo come consumatori, come Pollicino e i suoi fratelli. E tocca a voi trovare stratagemmi per uscire dal bosco. Da soli. O quasi. Chi è vissuto prima di voi vi ha regalato dei doni non solo economici: diritti, doveri, e tra i tanti, la scuola della Costituzione, che non è certo quella che vivete voi ora. Ma questi doni, ora, dovete e dobbiamo imparare tutti a difenderli e tenerceli cari, a curarli, ad attuare su loro una costante manutenzione. O rischiano di essere rubati, di scomparire.È vero, non siete semplici burattini, ma oggi più che mai occorre non solo dirlo, ma dimostrarlo coi fatti, ogni giorno, come si può, anche se magari all’inizio si è in pochi e sconsolati. Perché le cose importanti si fanno insieme, non le fa mai uno solo: ricordatelo. Auguri di buona vita.
Articolo pubblicato sulla il 16 Gennaio 2021