Chi mi racconta quello che si ricorda sugli Etruschi?
«Allora, gli Etruschi sono nati prima dei Romani e dopo i Romani li hanno conquistati però ci sono stati anche dei re romani che erano etruschi».
«Gli Etruschi vivevano tra l’Arno e il Tevere, che erano due fiumi che poi ci sono anche adesso. L’Arno è il fiume che passa da Firenze. Invece il Tevere è il fiume che passa da Roma. Però Roma e Firenze non c’erano ancora, al tempo degli Etruschi».
«Loro facevano molte tombe perché erano un po’ come gli Egizi, perché pensavano che dopo, quando erano morti, gli uomini e le donne che morivano si svegliavano nell’aldilà e insomma, ricominciavano a vivere. Come credevano gli Egizi che abbiamo studiato lo scorso anno. Allora mettevano insieme alle tombe, cioè dentro le tombe, i gioielli, le cose da mangiare le anfore, tutto quello che serviva a vivere».
«Io mi ricordo che la civiltà etrusca ha iniziato a svilupparsi in Toscana attorno al VII secolo avanti Cristo, cioè settecento anni prima che nasceva Gesù».
«Loro erano come i Greci che non si uniscono mai ma avevano tante città stato con un re diverso dagli altri e delle leggi e delle lingue e insomma tutto diverso ognuno dall’altro. Ogni città diversa. Il loro re però si chiamava sempre Locumone. Ma ce ne era uno per ogni città di Locumoni».
«Gli aruspici e gli auguri erano quelli che guardavano le interiora degli animali e il cielo, le stelle, il volo degli uccelli, per predire il futuro. Erano come delle specie di maghi, degli indovini. Certe volte ci prendevano, certe volte no».
«Erano abili a fare i metalli, a fare le cose con i metalli….»
«I loro cimiteri si chiamavano necropoli, cioè città dei morti. Fatte con case proprio per i morti. Delle tome sotterranee».
«Io una volta ci sono andato con i miei genitori a vedere una di queste tombe etrusche e mi ha fatto paura. Era sottoterra. C’era una parete ancora disegnata».
«Io mi ricordo che l’alfabeto etrusco si rifaceva a quello greco, ma non ho capito bene come era».
Ora mi raccontate le cinque immagini che vi ho dato?
«Nella prima ci sono una donna e un uomo etruschi che ballano. La donna ha la pelle chiara. Invece l’uomo ha la pelle più scura».
«Sul nostro libro c’era anche una tomba di marmo, un sarcofago, dove sul coperchio c’era un uomo e anche sua moglie. Vuol dire che gli etruschi tenevano anche alle donne, non erano solo a favore degli uomini».
«Erano appassionati di sport ma non hanno mai organizzato le Olimpiadi come in Grecia. Per questo in quell’affresco ci sono i due che stanno facendo la lotta però… Però io non pensavo che erano così nudi».
«Anche la musica era molto importante. Perché loro erano un popolo intelligente e anche molto raffinato, soprattutto le donne etrusche».
«Nel loro esercito c’erano molti cavalieri: questo si vede nell’altro disegno. Avevano molte lance e cavalli. E anche dei carrettini, attaccato al cavallo, dove ci stavano sopra in piedi, al carrettino».
«Erano le bighe. Come i romani. Non si chiamano carrettini. Si chiamano bighe».
«Vabbé, comunque a tirarle erano i cavalli».
«Nell’ultima foto mi pare che c’è una festa. Anche nella penultima. Sono due disegni di due feste etrusche. Ci sono dei giocolieri. Un ragazzo che suona il flauto».
«Anche il tamburo».
«Per me c’è anche un lanciatore di dischi e poi un uomo che cammina in equilibrio con un candelabro».
«Gli Etruschi vivevano in un posto ricco di boschi ma anche di miniere con le pietre preziose per fare i metalli, per fare le armi, i tegami».
«Poi gli Etruschi hanno fatto un’invenzione straordinaria: l’arco. Però non quello con la freccia, ma per entrare. Avevano la tecnica di fare prima una impalcatura con il legno. Poi a destra e a sinistra mettevano delle pietre. Le appoggiavano una di fianco all’altra, sempre più in alto. Senza farle cadere. Poi quando le due parti di pietre, le due file di pietre si stavano per congiungere, proprio lì in mezzo mettevano la pietra di mezzo, cioè la pietra angolare, la incastravano tra le altre due file di pietre a destra e a sinistra e in questo modo l’arco stava su ed era bellissimo».
«Dopo anche i Romani hanno imparato a fare gli archi». «C’erano all’entrata e all’uscita delle città perché poi le città erano tutte circondate da mura altissime per non poter entrare e se c’era un arco tu ci passavi sotto e potevi entrare in città».
(il Manifesto – 28 Marzo 2019)