Ci si sta avviando al definitivo smantellamento della scuola pubblica. Sotto gli occhi di tutti. E nel silenzio generale. Tutto, è bene ricordarlo, è partito con la famosa “autonomia” scolastica approvata dai governi di centrosinistra. Dall’autonomia alla regionalizzazione, adesso, per la maggioranza di destra al governo, il passo è certamente più breve di quanto si possa pensare e la strada, ammettiamolo, spianata.
E’ la cosiddetta “autonomia differenziata” che prevede, a breve, che Lombardia e Veneto possano avere una scuola fai-da-te. Sono le due regioni apripista: non certo a caso. Con programmi scolastici personalizzati. Con stipendi diversi. Con insegnanti propri: quasi 200mila cattedre, un quarto del totale del Paese. Di definitivo ancora nulla, ma se ne parla molto e le proposte sono pronte. Modello di riferimento: la provincia autonoma di Trento.
Trasformando i docenti in dipendenti regionali.
Aumentando anche la retribuzione dei propri insegnanti regionali. Dove sarà possibile: le regioni più ricche. E per le altre? Si parla anche di un sistema di valutazione locale. E di programmi e offerta formativa ad hoc. In Veneto, potrebbe entrare l’insegnamento di storia e cultura veneta dalle elementari alle superiori. In Lombardia potrebbero sparire gli istituti tecnici, assorbiti dai percorsi di istruzione e formazione professionale. Il rischio è chiaro: smembrare e dare il colpo finale alla scuola pubblica italiana già massacrata in questi anni e creare una scuola pubblica di serie A e altre di serie B, C, D e così via. Come se gli studenti appartenessero a Stati e classi sociali differenti.
E’ inevitabile, infatti, che molto dipenderà da quante risorse saranno effettivamente trasferite dallo Stato alle Regioni e come si comporterà ogni Regione, quanto investirà sulla formazione. Si dice che il passaggio dallo Stato alle Regioni dei docenti sarà graduale. Comunque, più che una svolta epocale, portare 200mila docenti fuori dal sistema nazionale sarebbe una pazzia. Con un unico risultato certo che riguarderà tutti: lo smantellamento del sistema nazionale.