In questa settimana vi ho letto il Catalogo delle maestre, l’ultimo libro che ho scritto e che è stato pubblicato. Mi dite con parole vostre se avete capito che cosa racconta?
«A me è piaciuto perché a me piace la fantascienza».
«È il racconto di Arret, delle scuole di Arret. Arret sarebbe la Terra al contrario».
«Per me era un libro bello, ma c’erano tante descrizioni».
«Arret è un pianeta che si trova dall’altra parte dell’universo rispetto alla Terra, allora tutto accade a rovescio. E in questo Paese c’è una scuola diversa dalla nostra. Cioè, ci sono delle maestre diverse. Delle maestre giocattolo».
«Sono delle maestre robot e un bambino, insieme ai suoi genitori, sceglie quella che preferisce».
«Mi è piaciuto perché c’erano tante pagine da leggere e ascoltare ma c’erano anche molte descrizioni e soprattutto molti disegni».
«Però erano maestre robot. Ma sembravano delle maestre vere. Non c’erano maestri. Erano di tanti tipi».
«Sono venti le maestre che potevi comperare».
«La maestra bambina va a scuola in bici e a Carnevale si traveste da Biancaneve o da Fata Turchina».
«La maestra coccolosa ha la caratteristica di coccolare i suoi alunni e le sue alunne. Invece la maestra animalista ha la caratteristica di adorare gli animali e chiamare tutti i suoi alunni con il nome di animali. Ma non per prenderli in giro, solo perché lei è fatta così».
«I più lenti li chiama lumache. I più… Quelli che scrivono male dice che scrivono come galline».
«La maestra coccolosa ha un carattere coccoloso».
«A me piaceva di più la maestra bambina perché non ti dà i compiti».
Guardiamo quale delle maestre preferite e perché…
«Io la maestra coccolosa perché mi sembra che era la più gentile, la più dolce».
«Per me la maestra vacanza perché lei si dimentica di venire a scuola il primo giorno di scuola e dopo tutta la classe deve andare al mare da lei per non perdere neppure un giorno di scuola e trascorrono tutto il giorno a fare la scuola al mare sulla spiaggia e dormono anche nelle tende. Bellissimo!».
«A me è piaciuta di più la maestra smemorata perché lei si dimenticava sempre tutto e dopo, si dimentica anche di farti uscire da scuola e tu, con la tua torcia, puoi trascorrere una notte dentro alla nostra scuola ed esplorarla e andare in palestra e nell’aula insegnanti e in tutte le aule da solo. Per me è una bellissima avventura, ma non devi avere paura del buio».
«Anche per me la maestra smemorata e la maestra vacanza sono le più belle».
«Per me la vacanza è più bella perché ti insegna a contare usando le conchiglie e i sassi che ci sono sulla spiaggia in riva al mare e poi alla ricreazione ti fa fare sempre i bagni».
«Poi di notte puoi dormire nelle tende».
«Però queste non sono maestre vere, sono solo delle maestre che tu ti sei immaginato, maestro, perché non esistono maestre così».
«Ma su Arret esistono. È sulla Terra, sul pianeta Terra che non esistono».
«Ma il pianeta Arret non esiste».
«Si chiama Arret perchè è scritto a rovescio della parola Terra, allora lì le cose capitano a rovescio e anche le maestre non sono vere, sono solo dei giocattoli».
«Dei giocattoli educativi, cioè che ti insegnano».
«Cioè dei robot, poi. Perché anche un robot per bambini, poi, è come un giocattolo. Anzi, è un giocattolo».
«A me la maestra che piaceva di più era quella fotomodella perché era la più bella».
«A me quella sportiva perché è bellissima, quella sportiva. Perché ti fa fare sempre dello sport e poi gioca anche con te. L’unico suo problema è che vuole sempre vincere lei».
«A me piace anche la maestra caramella che ti premia sempre con le caramelle».
Adesso mi dite voi come immaginate queste maestre robot quando erano bambine? Secondo voi, quando erano alunne, quando avevano la vostra età, a scuola, come erano?
«Da alunne? Per me la maestra animalista era già affezionata di animali. E forse aveva un gatto».
«Per me, visto che loro erano sempre bambine del pianeta di Arret, per me… Per me erano tutto il contrario di come sono adesso da maestre, cioè da grandi… Per esempio, la maestra animalista, da bambina, odiava gli animali. Quella coccolosa, era sgarbata, non era gentile, dolce. Quella fotomodella era una bambina bruttissima, una streghetta. Quella…. Quella bambina, la maestra bambina, faceva già, da bambina, la maestrina della classe come una maestra adulta, come se lei, anche se era ancora una bambina, faceva l’adulta, si dava delle arie e voleva sempre interrogare e dare i voti e comandare lei».
«Per me da scolare erano come sono adesso da maestre».
«Anche per me. Solo sono più grandi, sono adulte, ma non sono cambiate nel carattere».
(il Manifesto – 21 Giugno 2018)