Bene, adesso, finalmente, osserviamo attentamente i vasi e i telai che avete costruito a casa. Prima vengono qui tutti i bambini e le bambine che hanno fatto un telaio. Lo fanno vedere e spiegano come lo hanno costruito. E se hanno trovato delle difficoltà, come sono riusciti a superarle.
«Io ho fatto il telaio con mio papà Lui mi ha dato il cartone duro. Ha fatto lui i taglietti. I fili però li ho messi io. Anche i fili di traverso li ho messi io». «Anche io ho fatto il telaio perché mia mamma aveva tantissimo filo. Ho usato il cartone. Ho fatto i taglietti e dopo ho incastrato i fili. Però sono fili di lana. Se tu li unisci, i fili che ho messo su e giù, non è una stoffa ma è una stoffa di lana. Come una sciarpa o come un maglione». «Mi è piaciuto fare il telaio perché mia mamma si è divertita anche lei a farlo. Però ho fatto io che tessevo. Su e giù però è difficile. Non è facile. Ci vuole molto tempo. Molta pazienza. Poi certe volte ti dimentichi quando devi far passare il filo sopra all’altro filo di traverso o invece sopra». «Bisogna contare, per passare i fili». «Mio papà mi ha insegnato a farlo con la scatola del suo rasoio, il telaio. Ha fatto i buchi. Poi io ho messo i fili neri. Oi ho filato con quelli bianchi». «Anche io ho usato la scatola invece del cartone. Però una scatola da scarpe. Per me il telaio è più bello con la scatola e poi è anche più robusto». «Io per fare il telaio non ho letto solo le istruzioni che c’erano scritte sul nostro libro di stopria, però. Mia mamma ha visto anche le istruzioni su internet». «A me la mamma ha dato dei fili colorati così dopo il tessuto è diventato più bello. È diventato a strisce».
Bene, adesso vengono quelli che hanno fatto i vasi.
«Io per fare il mio ho usato il Dash. Però c’è un po’ di buco. Ci sono delle crepe. Se ci metti dell’acqua dentro, dopo esce fuori». «Io… Anche io l’ho fatto con il Dash. Però dopo dovevo dare il brillantante ma non ce lo ho dato. E’ ancora un po’ fresco. Il fondo, è fresco. E’ morbido. Se spingi con un dito, va giù. Ma dopo mio padre ha detto che diventa duro». «Io l’ho fatto con l’argilla. Però dopo non l’ho messo nel forno perché…. Insomma, l’ho messo al sole e un po’ si è seccato. Ma non è proprio terracotta. Perché l’argilla… Perché la terracotta poi è l’argilla che si è seccata. Cambia solo nome». «Io l’ho fatto con la creta. Però la creta è come l’argilla, solo di un colore più bello, più marrone». «Io e mio papà abbiamo avuto molti problemi a farlo. Perchè le striscioline cadevano sempre. Cadevano dentro il vaso. Sul fondo. Non riuscivamo mai a far stare su le pareti del vaso. Dopo però ci siamo riusciti». «Io e mia mamma ci siamo divertite a fare una tazza. Mia mamma mi ha dato una tazza vera e io l’ho ricopiata. Ne ho fatta una di creta, ma più grande». «Io invece ho usato il pongo. Ti piace, maestro? Però è una tazza col manico. Ma il manico si è rotto». «Anche io l’ho fatta col pongo. E’ una scodella verde. Ho usato il pongo verde. Queste sono delle decorazioni rosse perché non sono difficili da fare e llora le ho fatte, perché secondo me anche gli uomini primitivi, poi, le riuscivano a fare»,
E voi perché non avete fatto nulla?
«Mia mamma si è dimenticata. Io glielo aveva detto che dovevo farlo. Ma lei non mi ha dato il filo». «Io mi sono dimenticata». «Anche io». «Mia mamma e mio papà non avevano tempo».
Vabbè, comunque, chi ha fatto questo compito, mi dice se gli è piaciuto e, soprattutto, se gli è piaciuto farlo con i suoi genitori?
«Sì, maestro. Molto. Perché a me piace fare le cose con mio padre». «A me è piaciuto, a mio padre non molto perché non è abituato». «Sì, maestro, ci devi dare altri compiti da fare con i genitori!». «Mia mamma si è divertita a farlo. Anche perché lei, poi, mi aiuta sempre». «Anche io avrei voluto farlo con mio papà, maestro. Ma non ho potuto farlo perché mio papà è sempre a lavorare». «E’ stato fantastico!». «Sì, bello. Un bel compito. Anche io vorrei avere da fare altri compiti così. Anche perché sono pratici».
(il manifesto – 14.09.2017)